venerdì, Dicembre 1, 2023
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Silvia De Simone di Slab Italia al Women Economic Forum: «parità di genere e inclusività per un mondo del lavoro all’avanguardia»

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Debutto Italiano per il WEF, un evento di risonanza internazionale dedicato a temi cruciali come l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile che ha coinvolto figure di spicco a livello globale e istituzionale, organizzato dal G100, una delle più grandi associazioni internazionali a favore della promozione della leadership delle donne, che vanta oltre cinquecentomila membri distribuiti in centocinquanta Paesi nel mondo.

A Roma, presso l’Università Luiss Guido Carli, tra i vari ospiti, anche Silvia De Simone, responsabile amministrativo di Slab Italia. “È stata una grande emozione per me poter prendere parte a questo evento e condividere la mia esperienza con altre donne rispetto a temi attualissimi, purtroppo, anche in seguito agli ultimi episodi di cronaca, quali l’inclusività, la parità di genere e la tutela delle fasce più deboli, tre punti cardine della nostra filosofia aziendale”.
“Il nostro impegno, come azienda, – ha proseguito la manager – è sempre stato volto a promuovere un approccio innovativo nella gestione delle risorse umane, e alla valorizzazione delle prospettive e delle competenze di ciascun individuo, indipendentemente dal genere”. “Sono profondamente convinta – ha concluso – che la diversità e l’inclusività costituiscano pietre miliari per il progresso del lavoro”.

Violenze sessuali, i freddi numeri ISTAT:incremento significativo nel 2022

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Le violenze sessuali nell’ultimo anno rappresentano un trend in crescita. L’ISTAT dichiara che “dal 2020, anno nel quale si è registrato il dato minore (4497), l’incremento è stato significativo e si è attestato nel 2022, a 5991 eventi”. Il 91% delle vittime è di sesso femminile. Solamente in questa estate sono avvenuti due tragici stupri, il primo a Palermo, il 7 luglio, il secondo a Caivano, il 25 agosto. Lo stupro di Palermo ha come carnefici 6 ragazzi di età compresa tra i 18 e i 22 anni e un minorenne, la vittima è una diciannovenne. L’evento di Caivano vede tra i sospettati due maggiorenni e un gruppo di minorenni, le vittime sono due cugine di 10 e 12 anni. Le analogie tra i due stupri sono l’inganno usato dagli aggressori per condurre le vittime in luoghi remoti e la brutale violenza con cui a turno hanno abusato delle vittime. A seguito di questi avvenimenti l’opinione pubblica si è infiammata, la rete si è riempita di messaggi di sostegno nei confronti delle vittime. La solidarietà non è però riuscita a sovrastare l’infamia, infatti non sono mancati commenti di haters che hanno colpevolizzato le vittime, in particolare nel caso dello stupro di Palermo. Inoltre sono state mal giudicate, dal popolo del web, anche alcune dichiarazioni di personaggi di spessore come il caso di Andrea Giambruno, giornalista di Rete 4, il quale durante una trasmissione televisiva ha dichiarato “se eviti di ubriacarti e perdere i sensi magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perchè poi magari il lupo lo trovi”. Giambruno è stato attaccato e le sue parole sono state ritenute oltraggiose nei confronti delle vittime. Si sono schierati contro di lui anche personalità politiche. In particolare Cecilia D’Elia, vicepresidente della commissione d’inchiesta sul femminicidio, la quale ha evidenziato che non bisogna colpevolizzare le vittime per i propri stili di vita, in quanto è una concezione sbagliata del rispetto e della libertà delle persone. La D’Elia sostiene inoltre che bisogna educare i ragazzi al rispetto e non le ragazze alla prudenza. In merito a ciò si è espresso anche il ministro Valditara che ha deciso di introdurre all’interno di tutti gli istituti superiori il nuovo programma di “educazione alla sessualità”.

Vista l’età estremamente giovane degli aggressori appare evidente che la nostra società abbia delle carenze in merito all’educazione degli adolescenti. Introdurre questo programma all’interno delle scuole rappresenta l’unico modo per assicurarsi che tutti i ragazzi, compresi coloro che hanno difficili situazioni familiari, possano apprendere nuove nozioni in merito al consenso, al rispetto e alla giusta condotta sessuale.

Nella speranza che in futuro ci possano essere sempre meno eventi del genere da raccontare.

Terzo settore, le novità e i progetti attivi

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Corriere Azienda

Un comparto essenziale per affiancare le istituzioni pubbliche e le imprese, interagendo con loro nell’interesse delle comunità. L’area del Terzo settore, l’insieme degli enti di carattere privato che agiscono in diversi ambiti (dall’assistenza alle persone con disabilità alla tutela dell’ambiente, dai servizi sanitari e socio-assistenziali all’animazione culturale), ha assunto nel corso degli anni una rilevanza sociale e strategica di forte impatto sul nostro Paese. Proprio in considerazione di questa attrattività, di recente, è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale la legge delega al Governo per la riforma fiscale (legge del 9 agosto 2023, n. 111), presentata in Parlamento il 12 luglio 2023 e licenziata con modificazioni dalle Camere il 4 agosto 2023. Tra gli interventi previsti, vi sono la razionalizzazione e la semplificazione del sistema tributario anche con riferimento alla normativa

fiscale degli enti del Terzo settore, così come i criteri direttivi per la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle società e degli enti. In questo senso, è prevista l’introduzione di un regime speciale per il passaggio di beni dall’attività commerciale a quella non commerciale (e viceversa) per effetto del mutamento della qualificazione fiscale di tali attività, in conformità

alle disposizioni che disciplinano il Terzo settore. Il fermento del comparto è testimoniato dai progetti attivi in questo momento, che coinvolgono realtà, associazioni e soggetti operanti in tutta Italia. Ad esempio, la Regione Emilia Romagna ha di recente investito nelle imprese e nel terzo settore impegnati nell’innovazione sociale, varando un bando che ha stanziato risorse per trenta milioni complessivi. Il programma, attraverso investimenti materiali e immateriali, intende accrescere non solo la capacità produttiva, ma anche stimolare l’inclusione e la riduzione delle disuguaglianze, con il coinvolgimento delle platee interessate, siano lavoratori o clienti. Azioni, insomma, in grado far crescere settori nei quali il valore economico si integra con il valore sociale. Possono presentare la domanda di contributo enti, organizzazioni private, iscritti nel Repertorio

delle notizie Economiche e Amministrative (REA) delle Camere di Commercio, sia che si tratti di soggetti iscritti nel registro delle imprese, sia che si tratti di enti del terzo settore che svolgono una attività economica.

Un progetto di innovazione sociale può tradursi nella realizzazione di nuovi prodotti o servizi, oppure nel miglioramento di quelli esistenti. Deve prevedere un contesto territoriale di riferimento, gli utenti e i bisogni sociali specifici individuati, le modalità di coinvolgimento degli interessati, i contenuti e le modalità di erogazione del servizio, il sistema di monitoraggio e

di misurazione dei risultati. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito della Regione Emilia-Romagna, a questo indirizzo. In Piemonte, invece, è stata varata la nuova edizione del bando SOS Patrimonio, pensato ancora per gli enti del Terzo settore, sia pubblici e privati che ecclesiastico-religiosi. Con un budget complessivo di 1.180.000 di euro, la Fondazione intende sostenere interventi di recupero urgenti e prioritari su beni di interesse storico-architettonico, al fine di favorire processi di conservazione e buona gestione del patrimonio culturale. Attraverso tali interventi, la Fondazione intende garantire condizioni di apertura, sicurezza e fruibilità degli edifici al fine di avvicinare le comunità alla conoscenza, anche verso i più giovani. Opportunità anche nel Mezzogiorno, in particolare con la quinta edizione del Bando Socio-Sanitario a cura della Fondazione CON IL SUD. Interessate, nel dettaglio, le organizzazioni di Terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il programma intende sostenere interventi a favore dei caregiver, che quotidianamente assistono familiari con bisogni di cura elevati, con 4 milioni di euro di risorse private per progetti che prevedano percorsi di supporto volti ad alleviarne il carico assistenziale e a potenziare i servizi di cura per gli assistiti. Nei progetti dovrà essere coinvolto l’ente pubblico responsabile dei servizi socio-assistenziali del territorio sul quale si intende intervenire (es. ASL, Ambito, Comune, etc.), che potrà aderire ad una o più proposte di progetto. Potranno essere coinvolti, inoltre, il mondo delle istituzioni, della scuola, dell’università, della ricerca e delle imprese.

Le proposte potranno prevedere l’attivazione o il potenziamento di servizi di orientamento e consulenza per offrire informazioni su modalità di accesso alle prestazioni socio-sanitarie, opportunità e risorse per l’assistenza e la cura, il supporto per pratiche burocratiche; interventi

di supporto pratico alla quotidianità; azioni volte a favorire il benessere psico-fisico del caregiver, anche attraverso attività di promozione del tempo libero, momenti di aggregazione e auto/mutuo aiuto, attività volte a promuovere reti di prossimità in un’ottica di welfare comunitario, anche per sostenere i caregiver lavoratori.

Bollettino Excelsior: 293mila assunzioni previste ad agosto

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Ad agosto, l’industria nel suo complesso ricerca circa 84mila lavoratori e prevede 389mila assunzioni nel trimestre agosto-ottobre. Per il manifatturiero, che è alla ricerca di 56mila lavoratori nel mese e di 247mila nel trimestre, le maggiori opportunità di lavoro sono offerte dalle industrie della meccatronica che ricercano 14mila lavoratori nel mese e 62mila nel trimestre, seguite dalle industrie alimentari, bevande e tabacco (12mila nel mese e 40mila nel trimestre) e da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo (10mila nel mese e 49mila nel trimestre). La domanda di lavoro proveniente dal comparto delle costruzioni, poi, si attesta su circa 28mila assunzioni nel mese e circa 142mila assunzioni nel trimestre. Sono invece 209mila i contratti di lavoro previsti dal settore dei servizi nel mese in corso e oltre 892mila nel trimestre agosto-ottobre. È il turismo a offrire le maggiori opportunità di impiego con quasi 62mila lavoratori ricercati nel mese e circa 200mila nel trimestre, seguito dal comparto dei servizi alle persone (poco meno di 38mila nel mese e circa 223mila nel trimestre), dal commercio (37mila nel mese e 162mila nel trimestre) e dai servizi operativi di supporto a imprese e persone (27mila nel mese e 106mila nel trimestre). Aumenta su base annua la previsione per i contratti a tempo indeterminato (+6mila unità; +12,5%) sia quella per i contratti a termine e stagionali (+9mila; +6,3%), mentre diminuiscono i contratti di collaborazione occasionale e a partita IVA (-4mila; -24,9%) e i contratti in somministrazione (-3mila; -7,9%). La difficoltà di reperimento conferma il dato dei mesi precedenti, attestandosi al 47,5% e le aree aziendali per le quali le imprese dichiarano di incontrare maggiori difficoltà a reperire personale sono quelle della installazione e manutenzione (il 64,2% dei profili è di difficile reperimento), della progettazione e Ricerca&Sviluppo (61,2%) e dei sistemi informativi (52,9%). Di riflesso, il Borsino delle professioni del Sistema Informativo Excelsior segnala, tra le professioni di più difficile reperimento, Operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (il 72,8% è di difficile reperimento), Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (71,1%), Fabbri ferrai costruttori di utensili (70,1%),

Tecnici in campo ingegneristico (69,3%), Tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (66,8%) e Ingegneri (63,3%). In aumento anche la domanda di lavoratori immigrati con 66mila ingressi programmati nel mese (+11mila rispetto allo stesso periodo del 2022), pari al 22,6% del totale contratti. Tra i settori che ricorrono maggiormente alla manodopera straniera si segnalano: i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (il 36,5% degli ingressi programmati sarà coperto da personale immigrato), i servizi operativi di supporto a imprese e persone (35,7%), l’alimentare (27,0%), le costruzioni (26,3%) e la metallurgia (25,8%).

Il Debito Pubblico Italiano:sfide e Prospettive

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ll tema del debito pubblico italiano è uno dei punti centrali delle discussioni economiche e politiche nel nostro Paese. Nel corso degli anni ha raggiunto livelli significativi, generando preoccupazioni e sfide per i governi che si sono succeduti e gli economisti. In questo editoriale, esamineremo brevemente la situazione attuale, le cause e le prospettive per il futuro. In Italia, il debito pubblico è stato una questione di interesse nazionale per molti anni: ad oggi, ha superato i 2,6 trilioni di euro, raggiungendo circa il 150% del PIL, tra i più elevati in Europa.

Le principali cause includono: crisi economiche, spesa pubblica elevata, tassi di interesse e carenza di crescita economica. La crisi del 2008 e la pandemia hanno senz’altro impattato negativamente sulla situazione che, tuttavia, è da anni al centro del dibattito ma poco o nulla è stato fatto per limitare i danni.

L’Italia ha affrontato periodi di crescita economica debole e di forte recessione, che hanno reso difficile la riduzione del debito, inoltre il sistema pensionistico generoso, i costi elevati della burocrazia e l’assistenza sanitaria universale hanno contribuito ad una spesa pubblica significativa.

Le fluttuazioni dei tassi di interesse internazionali, inoltre, hanno influito sulla sua sostenibilità. Se si aggiunge il fattore crescita economica stagnante, che ha reso difficile generare entrate fiscali sufficienti per coprire i costi del debito, risulta chiaro come si sia arrivati a questa situazione. Quali prospettive per il futuro? Alcune misure possibili dovrebbero includere riforme strutturali mirate quali, ad esempio, una politica fiscale responsabile, investire in progetti di sostenibilità, lotta all’evasione fiscale.

Su quest’ultima, vale la pena soffermarsi un attimo: se dal 1980 ad oggi, l’evasione fosse stata inferiore anche di solo un ottavo rispetto a quella effettiva e si fosse destinato al risparmio queste maggiori entrate, il debito pubblico sarebbe non più alto del 65% del PIL.

Forse sarebbe il caso di iniziare a concentrarsi su questo aspetto?

La HSE CUP 2023: Un’Epica Giornata per la Sicurezza Sul Lavoro presso lo Stadio Trastevere

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Roma, Stadio Trastevere – Il 9 settembre, sotto il radiante sole di Roma, lo storico Stadio Trastevere è diventato il palcoscenico di un evento sportivo senza precedenti. La HSE CUP 2023, un torneo calcistico quadrangolare, ha visto quattro squadre rappresentanti settori chiave della società italiana scendere in campo per una causa importante: sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sicurezza sul lavoro.

Oltre al calcio spettacolare, l’evento ha trasmesso un messaggio forte e chiaro: la sicurezza sul lavoro è un tema vitale e cruciale. Questo torneo è stato un esempio straordinario di come lo sport possa diventare un veicolo per temi fondamentali.

Dopo una cerimonia di apertura emozionante, le squadre si sono lanciate in una competizione accesa sul prato verde. La Nazionale Sicurezza sul Lavoro ha affrontato la squadra della Nazionale Giornalisti RAI, seguita da un match coinvolgente tra la Nazionale Parlamentari e la sorprendente Nazionale Vaticana.

La vittoria della Nazionale Vaticana è stata un momento di gioia e unità. Ciascuna squadra ha lasciato il campo sapendo di aver contribuito in modo significativo a una causa di fondamentale importanza. I giocatori di spicco, tra cui Americo Mancini, Gioacchino Alfano e Sandro Troiani, insieme al capitano dei Safetyplayers Giuseppe Colucci, hanno aggiunto lustro all’evento con la loro partecipazione.

L’evento ha ricevuto un’ampia copertura mediatica, con Rai Radio 1 e Rai per la Sostenibilità in primo piano, garantendo una diffusione capillare. Entità come l’INAIL e FONDOLAVORO hanno sottolineato il significato cruciale dell’iniziativa.

Le parole di Vincenzo Fuccillo e Giancarlo Restivo, figure di spicco nell’organizzazione, hanno enfatizzato l’importanza dell’evento, esprimendo gratitudine per il supporto di partner di prestigio come GIVOVA, JOGGO e molti altri.

Stella Doris Randazzo ha condiviso una riflessione sul percorso delle squadre, anticipando l’impegno e la determinazione con cui affronteranno la prossima grande sfida: la Coppa del Mondo del Lavoro.

In sintesi, la HSE CUP 2023 sarà ricordata come un evento che ha sapientemente coniugato la passione sportiva con l’impegno sociale. Il prossimo appuntamento è fissato per il 30 settembre a Bergamo, quando si terrà la Coppa del Mondo del Lavoro.

Tra le illustri personalità presenti, Stefano Chianese e Luigi D’Oriano hanno sostenuto con entusiasmo le squadre, mentre le parole di Pietro Vassallo hanno riassunto l’essenza stessa dell’evento: “Abbiamo una missione: comunicare e sensibilizzare. Oltre al punteggio, abbiamo già ottenuto una grande vittoria.”

L’invito a tutti è di continuare a sostenere la sicurezza sul lavoro e i valorosi Safetyplayers!

Venezia Salvata dall’Inserimento nella ‘Black List’ dell’UNESCO

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Una vittoria di portata storica per Venezia: l’Unesco ha deciso oggi di non includere la città lagunare nella sua ‘black list’ dei siti Patrimonio dell’Umanità a rischio. Questa decisione, che è stata accolta con gioia dall’amministrazione comunale veneziana e dal governo italiano, sottolinea l’importanza delle misure di salvaguardia messe in atto per preservare questa città unica al mondo.

La decisione è stata presa all’unanimità durante la 45ª sessione del World Heritage Committee, svoltasi a Riad, in Arabia Saudita. Il ministro dell’Ambiente italiano, Gennaro Sangiuliano, ha espresso soddisfazione per l’esito della riunione, ma ha anche sottolineato che il lavoro per la tutela di Venezia continua senza sosta.

La discussione sulla possibile inclusione di Venezia nella ‘black list’ è stata scatenata dalla raccomandazione pubblicata dagli esperti dell’Unesco, i quali avevano sollevato dubbi sulla situazione ambientale ed economica della città e avevano ritenuto “insufficienti” le misure adottate per affrontare tali problemi. Questa raccomandazione aveva provocato numerose mobilitazioni a sostegno di Venezia, tra cui una petizione online con oltre 4.500 firme.

Per giorni, una delegazione italiana guidata dal direttore generale del Comune di Venezia, Morris Ceron, insieme al vicesindaco Andrea Tomaello e all’assessore all’ambiente Massimiliano De Martin, aveva lavorato instancabilmente a Riad per difendere la reputazione della città. Un fattore cruciale è stato l’approvazione, avvenuta proprio pochi giorni fa, del regolamento definitivo per il contributo d’accesso, comunemente noto come il “ticket turistico.” Questo sistema, in fase di sperimentazione e previsto per la prossima primavera, mira a gestire e limitare l’afflusso non programmato di visitatori giornalieri, contribuendo così a proteggere il patrimonio di Venezia.

Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha commentato con orgoglio la decisione dell’Unesco, affermando che dimostra come gli sforzi meticolosi della città per la sua salvaguardia siano stati riconosciuti a livello internazionale. Ha inoltre evidenziato che la proposta di inserire Venezia nella ‘black list’ era stata motivata principalmente da ragioni politiche, piuttosto che tecniche.

Il ministro Gennaro Sangiuliano ha concordato, definendo l’iniziativa degli esperti dell’Unesco come una mossa politica senza basi oggettive. Ha sottolineato che negli ultimi mesi il Comune di Venezia ha adottato misure coraggiose per gestire il turismo e preservare il suo eccezionale patrimonio culturale. Sangiuliano ha inoltre citato i progressi significativi compiuti per proteggere la città dai cambiamenti climatici e dalle sfide del turismo di massa, tra cui il sistema Mose e le barriere alla Basilica di San Marco.

Il ministro ha affermato che l’Unesco ha riconosciuto le sfide complesse legate all’ecosistema di Venezia e ha invitato l’Italia a continuare con determinazione nella sua azione di tutela del sito. L’Unesco ha anche incoraggiato l’Italia a invitare i suoi organi tecnici a svolgere una missione conoscitiva a Venezia, al fine di ottenere un quadro aggiornato dello stato di conservazione del sito e della strategia messa in atto dal governo nazionale e locale per garantirne la migliore salvaguardia.

In conclusione, Venezia può ora tirare un sospiro di sollievo, sapendo che il suo status di Patrimonio dell’Umanità è stato preservato grazie agli sforzi congiunti del governo italiano e dell’Unesco. Questa decisione rappresenta un passo significativo nella protezione di una delle città più affascinanti e vulnerabili al mondo.

La sicurezza non solo sul lavoro: Incidenti stradali nel 2022 

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Corriere Azienda La sicurezza non solo sul lavoro: Incidenti stradali nel 2022

Nel corso del 2022 si sono verificati oltre 165.000 incidenti stradali in Italia, con conseguenze drammatiche: 3.159 persone hanno perso la vita. Questi incidenti coinvolgono diverse categorie di utenti della strada: 16 incidenti riguardano monopattini, 70 ciclomotori, 166 autocarri, 205 ciclisti, 485 pedoni, 781 motociclisti, 1.375 automobilisti e 61 sono classificati come non definiti. Inoltre, si contano ben 223.475 feriti.

L’analisi dei dati relativi al 2022 evidenzia, come del resto accaduto nel mondo del lavoro, che il ritorno alla circolazione economica ha portato ad un aumento dei dati degli incidenti e delle perdite di vite umane. Tuttavia, emerge anche una nota positiva: la tendenza al ridimensionamento degli incidenti e delle vittime sulle strade, avviata più di vent’anni fa, continua inesorabilmente (nel 2001 gli incidenti erano 263.100, nel 2019 sono scesi a 172.553).

Uno sguardo approfondito ai dati rivela che sono soprattutto gli uomini a essere coinvolti negli incidenti mortali: su un totale di 2.245 conducenti deceduti, ben 2.014 erano uomini, ovvero il 90% del totale, dato perfettamente in linea con quello “lavoro”. Nel solo ambito dei motociclisti, la percentuale di uomini che perde la vita supera il 93%, mentre tra gli automobilisti è oltre l’80%. Tra i passeggeri deceduti, 240 erano uomini su un totale di 429, rappresentando il 56% del totale. Nei 485 incidenti in cui sono rimasti coinvolti pedoni, ben 325 erano uomini, costituendo il 67% dei decessi. In modo tragico, si contano 39 bambini deceduti in incidenti stradali, di cui 12 avevano meno di 5 anni; complessivamente, sono stati 107 i minori uccisi sulle strade.

Le fasce di età con i tassi specifici di mortalità più elevati sono le seguenti: 85-89 anni, con 106 morti ogni milione di abitanti; 80-84 anni, con 85,8 morti ogni milione di abitanti; e 20-24 anni, con 80,6 morti ogni milione di abitanti.

Sorprendentemente, il 28,5% degli incidenti è costituito da incidenti a veicoli isolati, ovvero quelli che coinvolgono un solo veicolo. Tuttavia, è allarmante notare che questi incidenti rappresentano quasi il 50% del totale degli incidenti mortali (1401 incidenti su 2958, pari al 47,4%). Inoltre, il 3% degli incidenti isolati si traduce in perdite di vite umane.

Minacce Interne e Sicurezza Aziendale: Il Caso “Tesla Files”

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l termine “Tesla Files” fa riferimento alla recente fuga di dati interni resa nota lo scorso maggio, quando il media tedesco Handelsblatt ha ricevuto una mole consistente di informazioni confidenziali relative ai dipendenti e agli affari di Tesla, l’azienda di Elon Musk. Questo episodio evidenzia il rischio delle minacce interne, spesso sottovalutate, e sottolinea l’importanza di adottare misure preventive. Anche in passato, casi come quello di Hervé Falciani, l’ex informatico della banca HSBC, hanno dimostrato che le minacce interne possono essere altrettanto rilevanti di quelle esterne. Nonostante le sue intenzioni di whistleblower, Falciani ha rubato dati sensibili, mettendo in luce la complessità dell’equilibrio tra denuncia e accesso improprio ai dati.Le aziende tendono spesso a concentrarsi maggiormente sulle minacce esterne, ma quelle interne possono causare danni finanziari e compromettere la reputazione. Nel caso di Tesla, l’accesso e la condivisione di video da parte dei dipendenti hanno messo in discussione la privacy dei clienti, evidenziando l’urgenza di affrontare efficacemente queste problematiche.

Konstantin Sapronov, responsabile del Global Emergency Response Team di Kaspersky, offre suggerimenti su come affrontare il rischio di fuga di dati interni. Anche se l’eliminazione completa del rischio è impossibile, è possibile adottare misure preventive. Limitare l’accesso ai dati sensibili, con politiche di accesso rigorose e l’uso di crittografia, è un passo fondamentale. Inoltre, il concetto di “Zero Trust” può essere un approccio efficace per ridurre le vulnerabilità.È chiaro che un approccio complessivo è necessario. Politiche aziendali chiare e severe possono scoraggiare comportamenti inappropriati. Oltre alle conseguenze finanziarie e di reputazione, le aziende devono considerare le implicazioni legali. Il General Data Protection Regulation (GDPR) dell’Unione Europea può comportare sanzioni significative per le aziende che non tutelano adeguatamente i dati sensibili. La recente indagine del Garante olandese sulla violazione dei dati di Tesla ne è una dimostrazione. Il caso “Tesla Files” rappresenta un avvertimento per le aziende affinché affrontino con serietà le minacce interne. Con una combinazione di tecnologie, politiche aziendali e consapevolezza delle implicazioni legali, è possibile ridurre il rischio di fuga di dati interni e proteggere meglio le informazioni preziose.

Prezzi al consumo: gli ultimi dati dell’Istat

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Happy father using computer with his family while working at home.

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el mese di giugno 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una variazione nulla su base mensile e un aumento del 6,4% su base annua, da +7,6% nel mese precedente, confermando la stima preliminare.

La decelerazione del tasso di inflazione si deve ancora, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +20,3% a +8,4%) e, in misura minore, degli Alimentari lavorati (da +13,2% a +11,5%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +5,6% a +4,7%) e dalla flessione più marcata degli Energetici regolamentati (da -28,5% a -29,0%). Per contro, un sostegno alla dinamica dell’indice generale deriva dai rialzi dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +8,8% a +9,4%). L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta ulteriormente (da +6,0% a +5,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +6,2% registrato a maggio a +5,8%). Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +9,3% a +7,5%) e, in misura minore, quella dei servizi (da +4,6% a +4,5%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -3,0 punti percentuali, da -4,7 di maggio.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano in termini tendenziali (da +11,2% a +10,5%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +7,1% a +5,7%). La stabilità sul piano congiunturale dell’indice generale risente delle dinamiche opposte di diverse componenti: da una parte, la crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,2%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,1%), per effetto anche di fattori legati alla stagionalità, e degli Alimentari non lavorati (+0,8%), dall’altra, la diminuzione dei prezzi degli Energetici sia non regolamentati (-4,5%) sia regolamentati (-0,6%). L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,6% per l’indice generale e a +4,9% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,1% su base mensile e del 6,7% su base annua (in netta decelerazione da +8,0% di maggio); confermata dunque la stima preliminare. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione congiunturale nulla e un aumento del 6,0% su base annua. Nel secondo trimestre 2023 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’IPCA, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati (+9,4% e +7,1% rispettivamente). Tuttavia, rispetto al trimestre precedente, il rallentamento dell’inflazione è più marcato per il primo dei due gruppi.

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